Le conseguenze sul Dollaro del QE

Nel tempo la forza del dollaro è cresciuta in maniera esponenziale anche perchè si tratta, al pari dell’oro, di un bene rifugio, visto che ha alla base la prima economia al mondo e per di più è una garanzia di pagamento internazionale. Non solo, ma a differenza di bond, non dev’essere tassata e può essere sfruttata al momento, il vero pregio, in altre parole, della liquidità. Ma con l’incremento del Quantitative Easing, incremento dettato dai vantaggi solo relativi e giunti in maniera minore rispetto a quanto atteso dagli analisti, ha creato una presenza abnorme del dollaro nel mercato internazionale.

Con evidente panico da parte degli investitori internazionali. Infatti, la maggior parte del panorama “dollaro” si trova oltre i confini statunitensi, cosa che ha creato non poche difficoltà. Infatti. se nel frattempo i tassi di interesse sui bond statunitensi, ma anche su moltissimi altri titoli visto il dilagare di politiche accomodanti adottate anche da parte di molte altre banche centrali, rende il dollaro particolarmente appetibile per chi ha, in altri paesi, una moneta oscillante, la sua svalutazione invece ne provoca l’allontanamento da parte degli americani stessi, spaventati anche dall’inflazione, la quale, paradossale ma vero, non decolla, come invece vorrebbero alla Banca Centrale, che, per riturare il loro piano di stimolo, aspetta un’inflazione al 2%, cosa che al momento è ben lontana dall’arrivare . E l’aumento della presenza del dollaro nel mercato è notevole, si tratta infatti di 450miliardi, stando alle ultime cifre, ma che sono solo orientative.

Un fattore che ha creato anche un vortice parallelo e cioè quello dell’indebitamento a basso costo. Senza contare che, dall’altra parte dell’oceano, si parla di un rafforzamento dell’euro la moneta unica europea, che più che fondamenta forti, ha visto un vantaggio grazie alla debolezza del biglietto verde. Infatti, il Vecchio Continente deve scontare ancora una situazione di base particolarmente difficile con un’economia a macchia di leopardo che non è ancora in grado di spiegare la forza della sua valuta. Una forza che anche la Bce, nei limiti del suo mandato, sta tentando di calmierare con l’entrata in scena di politiche accomodanti. Ma da questa fase, l’uscita è ancora lontana.